Abba, pubblicato il terzo singolo estratto dal nuovo LP – MONOGRAFIA

IL RITORNO DEGLI ABBA

Gli Abba sono tornati. Lo abbiamo capito tutti ed a molti basterebbe questa sola – risicata – informazione per andare in visibilio. Eppure c’è dell’altro, molto altro, da dire. E questa mi sembra l’occasione migliore per farlo, ad un giorno – o poco più – dalla pubblicazione del terzo singolo estratto dal nuovo LP della band svedese, Voyage, in uscita il 5 novembre prossimo. Un singolo – dal titolo ‘Just a Notion‘ – che arriva dopo i due brani – ‘I Still Have Faith in You‘ e ‘Don’t Shut Me Down‘ – presentati in occasione del lancio del disco lo scorso 18 settembre 2021.

Il logo del nuovo disco con gli ‘avatar’ dei quattro componenti degli ABBA

 

I PRIMI ANNI DEGLI ABBA

Ma riavvolgiamo brevemente il nastro e cerchiamo di capire in che modo siamo arrivati a Voyage. La storia degli ABBA inizia sul finire degli anni ’60, naturalmente in quella terra gelida ed affascinante che chiamiamo Svezia. Il nucleo fondamentale della band lo si deve all’incontro tra Benny Anderson – già sulla cresta dell’onda in Svezia coi suoi Hep Stars – e Bjorn Ulvaeus, fondatore e frontman degli Hootenanny Singers. Era il 1966 e tra i due si instaurò una complicità musicale tale da far nascere una collaborazione iniziata prima ancora della formazione definitiva degli ABBA e sopravvissuta perfino al loro scioglimento.

Benny Anderson e Bjorn Ulvaeus

L’arrivo di Agnetha Faltskog è datato invece 1967, quando incontrò Bjorn e se ne innamorò, sposandolo poi nel 1971. Anche lei – biondina dagli occhi di ghiaccio – godeva già di un discreto successo in patria, essendosi già fatta apprezzare come interprete pop e voce di Maria Maddalena nella versione svedese di Jesus Christ Superstar.

Agnetha Faltskog

L’altra coppia di musicisti e sposi che avrebbe poi dato vita agli Abba si formò nel 1969, quando ad un concerto Anni-Frid Lyngstad incontro Benny Anderson. Ma mancava ancora un tassello, un ultimo incontro che avrebbe definitivamente cambiato la storia della pop music europea.

Anni-Frid Lyngstad

Fu agli albori degli anni ’70, quando le carriere dei 4 procedevano ancora in maniera indipendente, che l’intuizione di un discografico cambiò tutto. Il suo nome era Stig Anderson e sua era l’etichetta Polar Music che – tra gli altri – sotto contratto aveva già gli Hep Stars. Dopo una prima e favorevole esperienza come autori per terzi e poi come interpreti – con Benny e Bjorn protagonisti e Anni-Frid e Agnetha ‘relegate’ al ruolo di coriste – fu il 1972 l’anno della svolta.

Stig Anderson - Alchetron, The Free Social Encyclopedia
Sting Anderson

 

IL SUCCESSO IN PATRIA

Il 29 marzo del 1972 uscì infatti il singolo ‘People Need Love‘, il primo interamente cantato in lingua inglese ed anche il primo a portare sulla copertina il nome – ancora scritto per esteso – di tutti e quattro i futuri componenti degli ABBA. Non fu certo un successo commerciale – nemmeno in patria – ma piazzandosi nel mezzo delle classifiche discografiche si dimostrò comunque un debutto soddisfacente. Poi venne l’Eurovision Song Contest.

Il singolo ‘People need Love’

Fu proprio in occasione dell’edizione del ’73 del più importante concorso musicale del Vecchio Continente che gli ABBA conquistarono il successo di pubblico in Svezia e nel Nord Europa. A cantare sul palco del Grand Teatro di Lussemburgo – dove si svolse il Festival quell’anno – gli ABBA non ci arrivarono nemmeno, non riuscendo a superare le selezioni nazionali e venendo ‘bocciati’ dal pubblico che preferì far rappresentare la Svezia ai Malta, con You Are Summer. Il brano che il quartetto svedese avrebbe voluto portare sul tetto d’Europa non rimase però chiuso in un cassetto. ‘Ring Ring‘ divenne infatti la title track del loro primo disco in studio, datato proprio 1973.

Il primo LP, ‘Ring Ring’

 

IL SUCCESSO INTERNAZIONALE

Stig Anderson, in ogni caso, non si era dato per vinto e – convinto delle potenzialità di quei quattro genietti – provò ancora una volta a portarli sul tetto di Europa. Era il 1974 e con ‘Waterloo‘ non solo gli ABBA riuscirono a guadagnare l’onere e l’onore di rappresentare la Svezia all’Eurovision ma riuscirono anche a ritornare in patria vittoriosi, ottenendo il primo posto all’ESC e potendo imboccare una strada spianata verso il successo internazionale assicurato.

Quella strada andava però sfruttata e – col senno di poi possiamo dirlo – gli ABBA ci riuscirono. Il 1974 vide infatti l’uscita del loro secondo album, ‘Waterloo’.

Il secondo LP,’Waterloo’

‘Waterloo’ non fu un successo di vendite soltanto in Svezia e nel Nord Europa, come avvenne per Ring Ring, ma riuscì a conquistare il favore di tutto il Mondo Occidentale, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti d’America. L’ABBAmania era appena scoppiata.

Tra il 1974 ed il 1981 – anno di pubblicazione del loro ultimo LP ‘storico’ – gli ABBA sfornarono 7 dischi e decine si singoli di successo, arrivando a vendere 400 milioni di dischi in tutto il Mondo. Perfino in Australia.

L’intera discografia degli ABBA in vinile

LA FINE

Come ogni bella storia, poi arrivò la fine. I due matrimoni – quello tra Benny e Anni-Frid e quello tra Bjorn e Agnetha – si sfasciarono uno dopo l’altro, rendendo praticamente impossibile per i 4 continuare a lavorare assieme. Non che non ci avessero provato. The Visitors uscì nel 1981, quando i matrimoni erano già finiti da mesi – e pur non riscontrando un gran successo di pubblico – si dimostrò un gran bel disco, tutt’altro che un serie B della discografia ABBA. La frattura, in ogni caso, era troppo profonda e passò ben poco tempo prima che il loro sodalizio artistico venisse dichiarato sciolto. Era la fine del 1982. 

L’ultimo disco degli ABBA, ‘The Visitors’

Da quel momento i 4 presero strade diverse. Benny e Bjorn continuarono a lavorare assieme, scrivendo brani per altri artisti e mettendo in piedi musical di successo – come Mamma Mia!, ispirato all’omonimo successo degli ABBA. Agnetha e Anni-Frid tentarono invece di proseguire la loro carriera da cantanti soliste, pubblicando qualche disco ma non ottenendo più che qualche sporadico VERO successo.

Non che ne avessero bisogno. In meno di 10 anni gli ABBA erano riusciti a costruire qualcosa che soltanto pochi altri erano riusciti a fare, forse soltanto i Beatles: creare un vero e proprio culto attorno alla loro figura ed alla loro produzione. Lo dimostrano il successo strepitoso delle loro compilation – in Svizzera ‘ABBA Gold‘ detiene dal 1991 il record di ‘album più venduto’ –  e dei musical prima, dei film poi ispirati dalle loro canzoni. O – se preferite – il fatto che nel 2000 abbiano rinunciato ad un offerta da un miliardo di dollari per una reunion da 100 concerti in tutto il Mondo.

La celeberrima compilation ‘ABBA Gold’

 

IL NUOVO INIZIO

Veniamo ora al presente. Che in pentola stesse bollendo qualcosa di nuovo lo si era capito ben prima che – ad agosto 2021 – gli ABBA annunciassero sul loro profilo TikTok – sic! – l’arrivo di nuovo materiale. Già nel 2010, in una intervista, Agnetha aveva aperto ad un ritorno sul palco dei 4 mentre soltanto nel 2018 arrivò la conferma del fatto che gli ABBA fossero in procinto di registrare due nuovi brani in studio.

Tanti annunci ai quali – però – non seguì mai nulla di concreto. Così, a 40 anni dall’ultimo disco e con l’età media di componenti che superava ampiamente i 70 anni, i fan si erano ormai rassegnati all’idea che – effettivamente – The Visitors sarebbe stato l’ultimo progetto artistico firmato ABBA. E invece no.

Ci ricolleghiamo finalmente ad agosto 2021, quando venne annunciato l’evento che – il 18 settembre successivo – avrebbe presentato al Mondo una nuova creatura. Anzi, due. I nuovi brani che i 4 avevano composto e registrato, infatti, non erano soltanto 2 ma ben 10. E non sarebbero usciti come singoli, bensì come album con il titolo di ‘Voyage‘. Di questi 10 brani, ad oggi, tre sono stati già lanciati come singoli mentre per ascoltare gli altri 7 dovremo attendere il 5 novembre prossimo.

Voyage
Il nuovo album degli ABBA, ‘Voyage’

Ma non finisce qui. Con la speranza che la pandemia da Covid-19 diventi ben presto un ricordo, gli ABBA hanno annunciato anche un nuovo ciclo di concerti per la primavera del 2022. Niente tour però: si faranno tutti a Londra e – a dirla tutta – non saranno nemmeno dei veri e propri concerti. Sul placo troveremo infatti degli avatar dei 4 componenti della band, realizzati mappando in 3D un concerto effettivamente tenuto da Anni-Frid, Bjorn, Benny e Agnetha e basato sul nuovo materiale. Lo trovate un po’ asettico? Forse non avete tutti i torti ma la promessa degli ABBA è stata quella di essere presente quanto più spesso possibile a tutti i concerti, sedendo in prima fila e godendosi lo show insieme al pubblico pagante.

ABBA Voyage: The Journey Is About To Begin - YouTube
Uno screenshot degli videoclip di ‘I Still Have Faith in You’

QUALCHE CONSIDERAZIONE IN ATTESA DEL NUOVO DISCO

Ok, la storia l’abbiamo raccontata. Cosa possiamo dire sul nuovo materiale, adesso? Che è tanta roba, come dicono spesso i miei coetanei. Chiariamoci: nessuno – men che meno io – si aspettava dagli ABBA una rivoluzione, magari di vederli sfondare le classifiche con un disco di musica classica o d’autore. No, quelli non sarebbero stati più gli ABBA. Non sarebbero stati più la band diventata famosa in tutto il Mondo per i suoi ritmi concitati e le melodie allegre e ballabili. Ecco, ciò che il pubblico voleva dagli ABBA era un nuovo disco di Europop da ballare, allegro e dinamico quanto più possibile per tornare a scatenarsi in pista dopo mesi di cupezza e pandemia. Un nuovo disco degli ABBA. 

Il rischio, di contro, era che gli ABBA risultassero troppo estemporanei, che quelle sonorità tipiche della band risultassero anacronistiche. Insomma, la loro musica – almeno nel vecchio continente – ha forgiato l’ideale stesso di musica anni ’70. Nel 2021 il rischio era che o risultassero incomprensibilmente vetusti o forzatamente moderni, rifacendosi a ritmi e melodie che con loro non avrebbero avuto nulla a che fare. Fortunatamente è andata in maniera diversa.

Lo stile unico degli ABBA ha saputo conservarsi nella maniera più pura, evolvendosi quanto basta – soprattutto a livello di arrangiamento – per piacere anche ai più giovani. Testi e impostazione, fondamentalmente, sono gli stessi dei loro album più popolari, da Arrival a Super Troper. Storia a sé la fa I Still Have Faith in You, un brano marcatamente più maturo degli altri, una power-ballad meno ballabile e più sentimentale di Don’t Shut Me Now o Just a Notion.

Il singolo ‘I Still Have Faith in You’

In questo brano si vede – effettivamente – l’effetto che il tempo ha avuto sulle già straordinarie capacità compositive di Bjorn e Benny e vocali di Anni-Frid e Agnetha. Senza dubbio sarebbero stati in grado di darci qualcosa in più, qualcosa di nuovo ed inedito, ma – azzardo – non sarebbe stato corrispondente a ciò che noi avevamo chiesto loro.  Un brano ci sta, è soltanto un decimo del disco e le tematiche affrontate – principalmente quella della reunion dopo anni di separazione – fanno sicuramente effetto sugli ascoltatori. Ma – più che altro – per la potenza sentimentale del brano. Fosse stata una storia d’amore come un’altra, probabilmente, non l’avremmo presa tanto bene quanto effettivamente l’abbiamo presa. Perché non si tratta di un brano in stile ABBA. Non, almeno, gli ABBA dei grandi numeri.

Chi ha ascoltato The Visitors saprà bene che – come in un metaforico canto degli cigno – quel disco rappresenta il tentativo degli ABBA di lasciare il panorama discografico con un lavoro più maturo, ancora ballabile ma sorretto da basi contenutistiche più solide e meno adolescenziali dei loro precedenti album. Ed infatti non sfondò come gli altri.

Certo, gli ABBA hanno scritto anche musica triste. E’ vero, ma quando? The Winner Takes It All? Credete davvero che quel brano avrebbe avuto il successo che avuto se non fosse stato ‘promosso’ da quelle dicerie – che tanto dicerie non erano – sul fatto che l’ispirazione di quel pezzo venisse dalla fine della storia d’amore tra Bjorn e Agnetha? Ve lo dico io: no. Vero o non vero, fu un’ottima pubblicità. Con I Still Have Faith in You la storia è la medesima, soltanto che – stavolta – sono stati gli stessi ABBA a confermare il legame del brano con la loro storia artistica e umana.

Un ultimo pensiero vorrei dedicarlo al momento storico in cui viviamo. L’amore per la musica del passato – vuoi per la riscoperta del vinile, vuoi per l’appiattimento del mercato – è più alto che mai anche nei giovani e nei giovanissimi. Quei giovani che – consumato tutto il moderno consumabile – sui social hanno cominciato a scavare per cercare altro materiale vecchio ma per loro inedito. E l’hanno trovato, eccome se l’hanno trovato. Gli è anche piaciuto. Ancor prima della reunion, sui social come TikTok spezzoni di Dancing QueenChiquitita Slipping Through My Finger avevano spopolato. 

Gli ABBA su TikTok

Ciò che voglio dire è che – probabilmente – se gli ABBA fossero usciti con Voyage anche solo due anni fa, gran parte del riscontro (positivo) che hanno ottenuto non l’avrebbero avuto. Mi piace pensare – per chiudere – che questo ritardo decennale non sia stato dovuto a problemi tecnici o logistici ma alla lungimiranza di una band che – ieri come oggi – non si è mai curata di prevedere le mode del futuro, ben consapevole di essere in grado di crearle a proprio piacimento, le mode.

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Pio Guerra

Scrivo su Notiziæ dal 2020 e su Editoriale sin dalla sua fondazione. Sono appassionato di storia, motori e giornalismo. Collaboro anche con alcune testate locali.

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