ZODA DALL’ AUTORITRATTO AL SELF CONTROL

‏”Il telefono che hai fra le mani quasi parla per te.”

Zoda è tornato nella scena, appoggiando sul piatto della bilancia il suo AUTORITRATTO. Con musiche cupe e ambientazioni dark, il progetto è capace, fin dalla prima traccia, di trasmettere ansia all’ascoltatore. É dai beat smorti e calustrofobici che subito si intravede la wave pseudo-emorap del disco, che, dalla copertina psichedelica, aiuta ad aumentare un consistente senso di inquietudine che si fa quasi soffocante già giunti alla prima metà della tracklist.

 

Zoda

 

L’Ordine in sé stessi

“Noi come farfalle con le ali rotte.”

Per Zoda, mettere un punto alla descrizione della sua complessa personalità non dev’essere stato un lavoro semplice. Mostrare a tutti il proprio lato più oscuro è sicuramente una prova di forza e di coraggio, prima con se stesso e poi con il pubblico. Le influenze musicali riprese con gli accordi di pianoforte e nella composizione dei titoli, sono chiaramente ispirati dall’ormai trapassato Lil Peep. Zoda trae ispirazione prima dal rapper svedese, e poi dalla scuola di rap romana, creando un prodotto misto, senza essere nè carne nè pesce, un depresso alla carbonara.

Iniziando con “INFERNO“, le voci sovrapposte e distorte fanno intendere allo spettatore medio di non star godendo dell’ascolto di un classico disco emo-rap. Al contrario, il fan può facilmente rendersi conto di starsi struggendo in comunione con l’artista stesso. “FALLING DOWN” e “PROBLEMI D’ANSIA” dai temi trattati, coniugano egregiamente i temi complessi della depressione e dell’unicità.  Così facendo è facile rendere uniti ed inequivocabilmente meno unici, tutti coloro che si sentono come Zoda.

Il racconto della fase dove si affronta il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, è trasposto nel brano drill “CRISALIDE“. E dopo i classici kick drill, Zoda decide di passare alla “CHILLZONE” per calmare il mood troppo personale e violento del progetto.

 

Zoda Zoda

“Ho appeso paranoie alle pareti un po’ come quadri.”

E se dopo essere passato nella chill zone, si corre il rischio di stare troppo tranquilli, Daniele ci riporta subito nell’ansia con “FANTASMI – OKAY” e con “PEZZI DA 10“.

Per aggiungere varietà ad un progetto che non sa cosa sia la monotonia, a 3/4 del disco è piazzata “LUCI – INTERLUDE”, una instrumental rock dalle influenze techno, perfette per rendere gli assoli più disturbanti. “CITY” e “GIÀ LO SAI” risultano connesse e affini per temi e musiche calme. Il seguito di una vecchia hit si presenta in “HONEY – LUNA E SOLE 2“.

Anche se questo disco, più che essere partorito da una tipica notte di sonno, sembra uscito da un incubo, il brano che ci accompagna all’outro è “SOGNI“.

Incredibilmente tranquillo e condito con rilassanti suoni onirici, l’ambizioso progetto, rivolto più alle sonorità degli USA, si chiude con “CUPIDO“, più ricco di sonorità complesse e da rave party che da hip hop o pop music.

 

 

La follia di Dorian Gray con lo stile di Zoda

Lacrime, pazzia, disagio, masochismo ed egocentrismo, sono queste le tematiche presenti nel progetto in studio “AUTORITRATTO“. Un album che ti prende per mano e ti permette di fare un tour nei corridoi di un manicomio, con qualche affaccio ai ruggenti gironi dell’inferno. Un percorso nella depressione e nella follia di chi ha fatto tutto per riuscirci senza sembrare di provarci.

 

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Alberto Maria Ferrante

Appassionato di cultura pop e di musica a 360 gradi.

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