“Hit me in the Hellcat truck, duckin’ the one time. Let it off in the club, it was always more than one Shyne.”
Dopo 3 anni dall’ultimo e meno memorabile “Born 2 Rap”, The Game è tornato di nuovo con la sua solita prepotenza nelle nostre playlist. Il suo nuovo album “DRILLMATIC Heart vs. Mind” è un come back violento e incontrastabile, fra liriche aggressive e beat cupi e angoscianti. Un disco lungo e corposo, con musica old style, restando ugualmente fresco e moderno.
Le tracce hanno quasi tutte una durata superiore ai 3 minuti, andando contro la tendenza odierna di fare tracce più snelle di un minuto e mezzo, massimo due e mezzo. Considerando anche il grande numero di canzoni, pari a 29 tracks, il disco ha una durata totale di 1 ora e 51 minuti.
Heart vs. Mind il dubbio di The Game
“Loyalty, lawyer fees, Gas prices, oil fees.”
Il disco sembra diviso in cuore e mente. Ma ciò non significa che il rapper abbia voluto intendere la parte “Heart” come la metà dolce e gentile. Anzi, probabilmente Los Angeles Confidential ha voluto semplicemente dividere il disco in due per una questione di comodità. Nel lavoro in studio, The Game ha realizzato un prodotto di Black Music e Gangsta music, fedele alla old school americana.
Il più che ambizioso album è ricco di featuring dagli artisti più autorevoli degli USA. I brani si susseguono con una certa scorrevolezza, quasi a sembrare tutte tracce collegate. Il che può essere un bene per l’orecchio allenato, ma ai meno esperti può anche sembrare di star ascoltando 2 ore della stessa canzone.
L’album si apre con tutte tracce aggressive: “One Time” featuring Ice T, “Eazy” in collaborazione con Kanye West, “Burning Checks” con Fivio Foregins e “Voodoo” in lavoro con BOA QG. Un brano realmente nuovo a livello di sound, per quanto riguarda la discografia di The Game, non è di certo “Home Invasion“, un pezzo dal beat frenetico e violento, sembrando una colonna sonora di un videogioco spara-tutto.
“Really from the gang my n*gga, audible, this name’s ringin’.”
Sempre dai toni cupi e truci, “Outside” con YG, Osbe Chill e The Mass, ritorna aggressiva, per poi tornare con le gangsta vibes unite alla drill in “La La Land“. Per rinnovarsi, con Ty Dollar $ign nasce “Change the Game“. Il brano più tranquillo del progetto è forse “How Far I Came“, realizzato in collaborazione di Roddy Rich, che, in mancanza di autotune marcato, è costretto a modulare la voce in modo senza dubbio originale, ma non necessariamente piacevole.
“Heart vs. Mind“, la traccia che dà il sottotitolo al disco, è un brano dai suoni classici e dal sapore vintage. Tornando nelle vibes alla San Andreas, c’è il brano “No Smoke at the Polo Lounge” con Jeremih, seguito dal più jazz “No Man Falls” con Pusha T e 2 Chainz. The Game, prosegue la tracklist con “Chrome Slugs & Harmony” con Lil Wayne e G Herbo, dove il brano sembra interamente carriato da Lil Wayne Tunechi.
The Game
“I’ve been in the mix, DeLeon with the FN on, it’s hit or miss. They sayin’ “Rest in peace” ‘cause I let it rip.”
Ritorna più chill nella seguente “Start from Scratch II“, senza dubbio più sentimentale delle precedenti. Il giro di sensazioni nostalgiche si interrompe quasi bruscamente con “What We Not Gon’ Do“. Se siete amanti di suoni discutibili e vi divertite a registrare il ronzio dei calabroni per riascoltalo all’infinito, non potrete non amare “Fortunate“. Il brano riesce ad essere incredibilmente creativo, ma allo stesso tempo un tormento. Il beat del pezzo realizzato interamente a voce, mixando e assemblando la base in modo classico, è realizzato in collab con Kanye West, Dreezy e CHILLER.
Ovviamente, dopo il precedente brano, si può solo migliorare. “Rubi’s Rose” inizia con un extrabeat di Twista, seguito da Jeremih, The Game e Candice Pillay. “DRAKE with the BRAIDS” è una skit di Drake a telefono, che racconta di come è “impicciato” col lavoro.
Nel disco non potevano mancare le nuove influenze, come il pezzo “Nikki Beach” con French Montana e Tory Lanez. In questo brano il terzetto realizza un brano dai suoni reggaeton, più da spiaggia che da club. Segue rapidamente “Talk To Me Nice” con l’ingresso di Meek Mill, Money Bau Yo e BLXST. Però il genere di The Game è senza dubbio il gangsta, con il Prince A$AP Rocky nel pezzo “Money Cash Clothes“. Marcatamente drill è “K.I.L.L.A.S” col rapper dei Dipset, Cam’ron.
“Fuck it look like sayin’ The Game dead on your camera phone.”
Si torna al gangsta con “Stupid” con il rapper più forte di Detroit a parere di Game, ovvero Big Sean, alla quale segue il pezzo hip hop “.38 Special” feat Blueface. “Twisted” è un brano old-sentimental, seguito dall’altrettanto memorial “Save The Best For Last” con Rick Ross. Il disco si chiude con 2 brani old school. Il pezzo “A Father’s Pray“, è una preghiera mandata al padre dopo che è venuto a mancare. Il brano che conclude il progetto è il pezzo gangsta “Universal Love” con Chris Brown, Chöle e Cassie.
Il dissing col Bianco di Detroit
“Man, me and my brother praised him Back when I was little, I don’t really like any of his new stuff.”
Nel disco è presente anche la traccia “The Black Slim Shady“, dove The Game, si prende gioco di uno dei più grandi successi di Eminem, dall’album “Marshall Mother”. Il lungo dissing al rapper di Detroit, supera la durata di 10 minuti, ed è un tripudio di insulti, violenza ed esagerazione.
La rabbia da rivolgere contro Eminem è così grande che non basta una semplice diss track, ma un’intero monologo ritmato su una base sempre uguale. Le rime si scagliano contro lo Slim Shady e perfino contro Dr. Dre e contro l’Universal.
Un brano crudo, una storia del terrore, dove cinematograficamente viene descritto in rima l’omicidio di Eminem con la black music di The Game. In questa diss-track, The Game non dimentica di nominare proprio nessuno, dalla figlia Hailie all’ex moglie Kim, da 50 Cent a Snoop Dogg, rendendo il pezzo tanto crudo ed hip hop, quanto inquietante.
Drillmatic è un ritorno?
Il Disco, seppur pieno di spunti e di argomenti, rappresenta un ritorno in grande stile del genere Gangsta. Con tanta musica più superficiale e fatta per moda, come la drill e la trap, è gradito il ritorno all’old school con l’implementazione di suoni moderni, e di rime cattive e coinvolgenti. Come ogni rapper, al lancio, Game ha ripetuto più volte che sarebbe stato il disco dell’anno.
Sicuramente un progetto coraggioso, considerando che Eminem non è un rapper che le manda a dire.