“Sono il prodotto di un contratto con sei zeri dentro.”
Night Skinny, dopo aver creato e ampliato la sua fan base con gli album “Pezzi” e “Mattoni”, chiude la trilogia col suo nuovo “BOTOX”. Un disco di conferma, l’ennesima, che il producer deve lasciare per consolidare il suo status nella scena italiana. Il Progetto, annunciato prima lanciando in mare un “Tape” con i mix non ultimati e poi con le scenette cringe e senza ritegno di Roberto Baffo e Wanna Marchi, ha subito creato scalpore e alimentato l’hype su questo disco.
La sponsorizzazione poi si è rafforzata con un rilascio di spoiler dei brani del disco, reperibili mandando un messaggio su whatsapp al numero 334 3753965. Buona parte della campagna marketing iniziale è stata volutamente riempita di trash, dalle comparse ai video proposti. Ma dal personaggio di Skinny, ci si può aspettare di tutto.

“Tutti rapper con il Botox”
“Mi sentivo in un microonde non nella mia testa. Non conosco un volo senza turbolenze, un punto senza un foglio.”
Per il nuovo disco e per confermare le aspettative, Skinny ha chiamato ben 40 artisti per partecipare al progetto. Un tape ricco di tracce, artisti improbabili e vecchie conoscenze. Il primo pezzo è “Fake” con Luchè e Geolier, un pezzo tutto napoletano con le voci gangsta dei due rapper partenopei, dove l’accento campano è dominante perfino sulla base di Skinny.
Il secondo pezzo è “Diavolo” con Ghali, Rkomi, Tedua e Bnkr44, dal ritornello catchy. Le varie voci dei Bnkr44, creano quasi un’atmosfera corale e dolce. “Blessed” con Ariete, Thasup, Drast e Madame è un pezzo chill dai suoni soft. Qui si percepiscono chiaramente le voci di Supreme senza autotune e le altre voci fuse in un’unica dolce melodia. Alla fine del brano è presente un rapido bridge di Rkomi, cameo inaspettato, ma sicuramente apprezzato.
Il primo pezzo trap è “Marciapiede” con la prima strofa di Tony Effe, il ritornello pop di Ernia e la seconda strofa di Rkomi. La trap è sempre seguita dal rap, ed in questo caso c’è “Non Aprire“, in collaborazione col rapper di Olbia Salmo. In questo brano Lebownski ha seguito un’impostazione che ricorda le sue strofe del 2016 e i ritornelli sulla falsa riga della vecchia hit “PERDONAMI”.
“Mi volto e per fortuna non ci trovo nessuno, solo la mia ombra proiettata sul muro.”
Si cerca di realizzare un pezzo dalle sonorità indie con “Mezzanotte in Punto” con Franco126, Ketama126 e Bresh, nonostante il beat lieve e tranquillo, le strofe dei tre artisti si succedono seguendo un filone di pensieri profondi, il tutto completato dall’outro cantata da Ariete.
Il gangsta rap italiano, dai suoni più decisi e violenti del gangsta americano, compare in “Giorni Contati” con Paky, Noyz Narcos, Geolier e Shiva. La violenza è accentuata dalla cadenza e dagli accenti grezzi dei vari rapper, mitigati solo dalla voce più pacata di Shiva.
Prima sorpresa per i fan di vecchia data di Skinny, è stata quella di vedere Guè con Baby Gang in “Doppio Hublot“. Il vero gangsta italiano, trova un ottimo contrasto dato dalle voci di Mimmo flow e di Baby Gang che si sposano perfettamente sul beat. Non possono di certo mancare allusioni alle droghe pesanti, e infatti “Coki” con Tony Effe, Guè, Noyz Narcos e Ketama126, raggiunge lo scopo, iniziando proprio con una skit inerente ai tagli di droga. In una sorta di story telling viene descritta la genesi di un rapper, come “Prodotto” della strada, con Paky, e le buone penne di Lazza, Ernia e Jake La Furia.

Skinny
l primo pezzo d’amore è “Come Mi Guardi” con Madame, Coez e Bresh, mantenendo comunque una certa dignità, senza sembrare esageratamente love. Il flusso di coscienza in “Dedication” di Geolier, crea un’atmosfera di sofferenze e tenerezza, che però è distrutta e rovinata dalla voce di Emanuele. Il pezzo volge al termine coi vocalizzi di anice, che accompagnano l’ascoltatore fino alla chiusura.
Le sonorità indie-rap ritornano con “Addio“, scritta e interpretata da Rkomi, Ernia, Mahmood e Gazzelle. Con “Addio” Skinny dimostra di riuscire a saper mettere magistralmente sia rapper che cantanti indie sulla stessa base. Continuando con la vibe sentimentale nasce “Scale” con la voce di Luchè. In questo brano il re di Napoli parla di un amore finito dopo un ultimo sguardo su una rampa di scale.
“Sto Brindando ad un album in più.”
Poi si ritorna al rap grezzo con “Strada“, il pezzo gestito dalle strofe di Rkomi e Guè e dai ritornelli di Coez. La tracklist si spezza per un brano già hit, “Così Non Va“, realizzato con Bnkr44, Rkomi e dalle voci femminili di Madame, Elisa e Gaia. Abbiamo capito che a Skinny piacciono i sali-scendi, ed infatti, dopo una canzone così melodica e pop, si ritorna al rap violento con “Millesimati“, dove Noyz Narcos, Salmo, Lazza e J Lord si passano le strofe con la stessa disinvoltura di chi questa roba la fa da una vita.

Dopo le affilate penne in “Millesimati“, si ritorna al chill con “Marmellata“, col ritornello di Rkomi e le strofe di Pyrex, VillaBanks e Carl Brave. “Changes” vede come protagoniste le rime dei rapper Vettosi, J Lord e i gemelli 2 Rari, condite dal ritornello soul di anice. Per rappresentare bene il concetto di «Quiete prima della tempesta» prima della grande hit, Skinny ha piazzato in penultima posizione la canzone più pop “Sparami” con ARIETE, Ernia e CoCo.
“Alza lo stereo quando mi senti, mi devi mettere a palla.”
Un disco di Skinny non è un disco di Skinny senza una posse track con tantissimi artisti. Infatti a chiudere il progetto, come nello scorso “Mattoni”, è la posse track omonima del disco “BTX Posse” iniziata dal ritornello di Coez e aperta realmente dall’attacco di Fabri Fibra. In questo pezzo c’è di tutto, dalla sagacia di Ernia, ai flow di Lazza, per poi passare per la trap attitude di Tony Effe. Dall’attacco di Geolier in dialetto napoletano, alle stizzosissime barre di Guè, alle rime di Paky con tono ansimante, fino a Mambolosco. Tutti attendevano di ascoltare l’emergente del disco, L’immortale, ma dopo l’uscita, probabilmente, a Skinny sarà più chiaro il motivo per cui il rapper segreto che ha deciso di inserire nel suo progetto non è ancora emerso.

Troppo Filler e poco Botox?
Non c’è dubbio, “Botox” risulta essere sia scorrevole che ben prodotto, ma per essere l’ultimo disco della trilogia iniziata nel 2017, sembra essere poco coerente e pertinente con il mood impostato dai precedenti progetti. Il concept e gli artisti chiamati a collaborare non rispecchiano al 100% lo spirito degli album che Skinny ci ha insegnato ad ascoltare negli ultimi 5 anni. Ma, per fortuna, “Botox” riesce a fare meglio sia sul piano melodico che su quello pop, rispetto ai due capitoli precedenti, invece più grezzi ed old-school.