MOSCA – Non ha completamente stravolto le carte in tavola, forse, ma la “mobilitazione parziale” annunciata ieri dal presidente russo Vladimir Putin ha di fatto provocato una svolta nei già tesi rapporti tra Mosca e l’Occidente.
Lo dimostrano le parole del vice-presidente del consiglio di sicurezza russo, il delfino putiniano Dmitry Medvedev, che sul suo canale Telegram ha messo in guardia Europa e Stati Uniti circa le capacità di risposta nucleare del Cremlino. I missili ipersonici di Mosca, infatti, “sono in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente” ha scritto il rampollo dello Zar.
Preoccupati anche i vertici dell’Onu, impegnati proprio in questi giorni nella prima plenaria in presenza dallo scoppio della Pandemia. Centinaia i capi di stato riunitisi nel “Palazzo di Vetro” di New York; tra loro c’è anche il ministro degli Esteri russo Lavrov. “Qualsiasi annessione del territorio di uno Stato da parte di un altro Stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite” ha dichiarato in Assemblea Antonio Guteress, il segretario generale dell’Onu.
Intanto, è scontro in Europa sulle sanzioni alla Russia. A “Fidesz”, il suo partito, il presidente dell’Ungheria, Viktor Orban, ha infatti chiesto che le sanzioni comminate alla Russia siano revocate entro la fine dell’anno. L’Europa avrebbe infatti trasformato un conflitto locale in una guerra economica mondiale. Di tutt’altro avviso Joseph Borrel, l’alto rappresentante degli Affari Esteri Ue, che ha annunciato l’imminente arrivo di nuove sanzioni ed ha rinnovato l’impegno europeo a fornire armi all’Ucraina. Sarà possibile ricucire questo strappo “teorico”? Per Borrel sì. Alla domanda di un giornalista, il funzionario europeo ha risposto che confida nel raggiungimento di un accordo che possa permettere l’approvazione all’unanimità del nuovo pacchetto di provvedimenti.
Situazione tesa anche all’interno dei confini russi, dove il timore di una coscrizione coatta ha infiammato le piazze. Oltre 1.300 i manifestanti fermati dalla polizia russa tra le migliaia scese in piazza per protestare subito dopo l’annuncio di Putin. Molti altri hanno scelto di scappare, invece: centinaia i voli partiti da Mosca nella giornata di ieri, così come sarebbero almeno mille in più i transiti via terra registrati ieri al confine tra Russia e Finlandia. L’Europa fornirà protezione agli obiettori russi? Anche su questo, i 27 sembrano divisi. La Germania ha detto di essere pronta a valutare questa eventualità mentre Lettonia ed Estonia hanno già espresso il loro parere contrario. “Ragioni di sicurezza” dicono, citando anche l’accordo di Schengen e le clausole che permettono ai singoli stati di derogarvi.
In tutto questo, le trattative tra Russia e Ucraina sembrano continuare. Mosca ha infatti liberato circa 200 prigionieri tra quelli catturati dopo l’avanzata nell’acciaieria Azovstal. In cambio, Kiev ha restituito al suo Paese il magnate e politico russo Victor Medvedchuk.
Fonte: Ansa