Anche Donald Trump ha la sua collezione di NFT. O meglio, l’aveva. Sì, perché i token messi in vendita dal tycoon sono letteralmente andati a ruba. 45mila quelli messi a disposizione, ciascuno ad un prezzo iniziale di 99$. Ma il mercato dei cosiddetti reseller (bagarini, alle nostre latitudini) è già in fermento e si contano pezzi rivenduti per cifre importanti, spesso oltre i mille dollari. E c’è dell’altro.
IL GRANDE ANNUNCIO
Qualche giorno prima che annunciasse la sua collezione di figurine virtuali, Donald Trump aveva promesso l’annuncio di una importante novità ai suoi follower su Truth, il social creato dall’ex presidente per sfuggire al ban imposto da Twitter e altre piattaforme. Difficile dire cosa si aspettassero i suoi fan più accaniti ma non sarebbe impensabile credere che attendessero l’annuncio di una qualche sorta di colpo di stato per deporre Joe Biden e sconfiggere definitivamente i pedosatanisti all’adrenocromo che serpeggerebbero negli ambienti dem. E se questa prospettiva vi sembra assurda, il mio unico consiglio è quello di riguardarvi foto e video dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, giusto per farvi un’idea del tipo di persone che DJT si porta appresso. In ogni caso, quel fantomatico grande annuncio non aveva niente a che vedere con Satana, con l’adrenocromo o il deep state. Più semplicemente, Donald Trump – che, vale la pena ricordarlo, intende concorrere come candidato per le presidenziali Usa del 2024 – desiderava annunciare la nascita delle Trump Cards, i suoi NFT.

CHE COSA SONO GLI NFT?
Ora, qualora abbiate seguito il mondo tech tra il 2021 ed i primi mesi del 2022, sicuramente vi sarete già fatti un’idea su questi non fungible token. O, almeno, dovreste sapere cosa sono. Per tutti gli altri, il concetto è più semplice di quanto possa sembrare. Essenzialmente, l’NFT è un certificato digitale che viene abbinato ad un’opera (sia essa un quadro, un’illustrazione o un prodotto audiovisivo) e che ne certifica l’originalità e l’univocità. Come? Sfruttando le ormai arcinote blockchain su cui si basano – tra le altre – le criptovalute come i Bitcoin. E proprio ai Bitcoin è dovuto – almeno in parte – il successo di questi token, diventati in pochi mesi dei veri e propri oggetti di culto, bramati ed acquistati anche per milioni di dollari. Questo perché tanti artisti hanno cominciato ad abbinare ad un NFT le proprie opere, rendendo così dei manufatti digitali degli oggetti unici, al pari di un quadro o di una scultura. E, come un quadro o una scultura, per alcuni appetibili in quanto status symbol. Del resto, se devi dimostrare la tua ricchezza cosa c’è di meglio di un oggetto spropositatamente costoso che solo tu (o pochi altri) puoi avere?
GLI NFT DI DONALD TRUMP
Nel solco di questa moda – ormai in decadenza – Donald Trump ha lanciato le Trump Cards. Che altro non sono che figurine digitali – esatto, come quelle dei calciatori – ma in edizione limitata, la cui autenticità ed esclusività è garantita proprio da un certificato NFT. 45mila i pezzi inizialmente disponibili sul sito web CollectTrumpCards.com, tutti esauriti nel giro di qualche ora. Il prezzo? 99$ ciascuno. Ma cosa ci si poteva portare a casa per questa cifra? Una figurina digitale, l’abbiamo detto. Di cosa, però? Conoscendo l’ego smisurato che alberga nel cuore del patron della Trump Organization, non è difficile immaginarlo. Si tratta di illustrazioni che vedono Donald Trump raffigurato nei panni più disparati, da quelli del supereroe a quelli del cacciatore. Ovviamente le tipologie di materiale disponibile erano molteplici, del resto dei 45mila pezzi disponibili alcuni erano one-off (quindi pezzi unici) mentre molti altri venivano distribuiti in un numero massimo di 20 copie. Tutti allo stesso prezzo di 99$. Ma, pur pagando la cifra richiesta, l’acquirente non aveva la possibilità di scegliere la figure che andava ad acquistare, scelta invece automaticamente dal sistema. Inoltre, vale la pena specificarlo, sussisteva un limite massimo di 100 card acquistabili dal singolo utente, cui andava comunque la facoltà di rivenderle o scambiarle. Come successo più volte nel mondo NFT, infatti, appena qualche ora dopo il sold out sul sito ufficiale, tante Trump Cards sono apparse sugli store alternativi a cifre ben più alte di quelle richieste originariamente. Anche mille dollari, o più. Cifre importanti, così come lo sono i 7,5 milioni di dollari che Trump si sarebbe riuscito a mettere in tasca con questa astuta – anche se, forse, fuori tempo massimo – iniziativa. Resta un dubbio: 99x45mila fa 44,5 milioni. Dove sono finiti i restanti 37,5 milioni di dollari?
LA LOTTERIA
Se ancora non fossimo riusciti a convincervi del pregio di questa iniziativa e nutriste ancora qualche dubbio circa l’opportunità o meno di fustigarvi per non essere riusciti ad acquistare in tempo una o più Trump Cards (pazzi!), noi non abbiamo ancora esaurito le cartucce nel caricatore. Con ogni card acquistata, infatti, i fortunati 45mila hanno ricevuto un ticket valido per l’estrazione di mille premi. In denaro? Sia mai! Parliamo di esperienze. Come una cena (voi ed altri 1.999 fortunati) con Donald Trump, un’ora di golf con Donald Trump, una chiamata su Zoom di 10 minuti con Donald Trump (20 minuti se collettiva, voi e altri duemila), merchandise Trump e sconti da spendere nei resort e negli hotel che fanno capo al Tycoon. Se affidarvi alla sorte dovesse mettervi ansia, ancora una volta: nessun problema. Acquistando 45 Trump Cards (4500$) avreste avuto la possibilità di participare di diritto alla cena con Trump e gli altri 1.999 fortunati. Nel caso in cui foste stati troppo impegnati per incontrare l’ex presidente, poi, l’Organizzazione vi avrebbe proposto dei premi alternativi come ulteriori NFT o compensazioni in denaro (da 75$ a 575$).


LA SCAPPATOIA
Tristi per l’opportunità sfuggita? Non dovreste! Qualora vogliate partecipare ugualmente alla lotteria potrete comunque farlo. Vi basterà spedire una busta preaffrancata alla Trump Organization e nel giro di qualche giorno riceverete – via posta – un ticket valido per l’estrazione. Raccomandazioni: solo richieste scritte a mano e con penna NON nera!
TORNIAMO SERI. PROVIAMOCI, DAI
Ora, però, torniamo seri per un attimo. Sì, perché sul sito degli NFT (dove campeggia tronfia la scritta “sold out”) viene specificato che i proventi di questa iniziativa non serviranno a finanziare la campagna elettorale di Donald Trump. Se non questo, allora cosa? Dai suoi racconti, infatti, il tycoon non sembra passarsela male, o almeno così male da avere bisogno di qualche milione di dollari. Perché lanciare una propria linea di NFT, allora? Per far crescere consensi? Possibile, certo. Bisogna anche dire, però, che era stato lo stesso Trump a criticare fortemente il mondo delle criptovalute e degli NFT, ormai quattro anni fa (era il 2019). Perché questo ravvedimento? Specialmente considerando quanto siano disposti ad adeguarsi alle sue posizioni i fan di Trump. Ed infatti, la risposta al lancio non è stata delle migliori. Per 45mila NFT venduti, moltissimi sono stati i messaggi di biasimo rivolti all’ex presidente, tantissimi dai suoi sostenitori. Compresi quelli che parteciparono all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e che ora si chiedono se ne sia davvero valsa la pena di rischiare il carcere per Donald ed i suoi ideali. Quindi? Delle due l’una: soldi o fama? Cosa avrà spinto Trump a lanciare le sue Cards? Per ora ci tocca sospendere il giudizio, magari in attesa che qualche altro blitz dell’FBI ci racconti cose che già sospettavamo ma di cui non avevamo prove riguardo Donald Trump.
Un po’ di link utili: